“L’Incenso: messaggi al cielo”

“Avevo cavalcato tutto il giorno. Il mio corpo era dolorante e la pelle del mio viso disidratata e tesa a causa dei raggi solari. Il cavallo era esausto. Avevamo raggiunto il passo. A valle scorsi la tenda nera dei nomadi. I teloni di feltro scuro stavano spiegati sull’arido terreno detritico come grandi ali.
Una brezza leggera trasportò un odore di pietre cocenti, di terra secca e di brace di sterco di cammello.
Mi raggiunse poi l’aroma delicato e balsamico dell’incenso.
Ci avevano visti e ci manifestavano la loro ospitalità al riparo delle tende scure. Avevano gettato grani di incenso nel fuoco e il profumo delizioso, sospinto dal vento, mi porgeva il saluto di benvenuto.”

incenso

Uno dei segreti che gli antichi custodivano con maggior cura riguardava  l’esatta zona di diffusione degli alberi di incenso e mirra.
Le tracce degli ondeggianti cammelli carichi di resine aromatiche si perdevano nella sabbia del deserto infinito.
I loro padroni arabi nascondevano bene i percorsi che portavano ai luoghi dove crescevano i preziosi alberi, in quanto le resine ricavate erano beni di lusso dai costi elevati e, che dunque permetteva loro di arricchirsi notevolmente.
Se nel nostro viaggio tra le culture delle fumigazioni vogliamo scoprire il segreto delle resine profumate, dobbiamo unirci a una di quelle carovane  che facevano ritorno alle terre sconosciute dove crescevano  gli alberi di incenso.
Gli instancabili cammelli ci porteranno di oasi in oasi e possiamo essere certi che a ogni sosta ascolteremo di nascosto i racconti più avvincenti. Da Gaza,il più importante centro di scambio dei prodotti arabi del Mediterraneo, giungiamo a Petra, la misteriosa città scavata nelle rocce: è qui che inizia la lunga traversata del deserto. Durante il cammino potremo acquistare oggetti di vario genere e cibi e più ci avvicineremo alla meta, tanto più generoso e “profumato” sarà il benvenuto.
Procediamo adesso verso il regno misterioso dei sabei, noto per la sua leggendaria abbondanza in alberi di incenso e mirra, che sembra vogliano crescere soltanto qui, in questi luoghi riparati dai venti, in distese sassose e su un terreno che non lascia attecchire nient’altro.
E’ dall’attuale territorio dello Yemen e dell’Oman che provenivano questi aromi tanto ricercati, là dove un tempo era situato il  mitico regno della regina di Saba.
In particolare, parlando dell’incenso (Boswellia sacra, carteri, serrata) si tratta di un albero maestoso che può raggiungere i 6 metri di altezza e si sviluppa esclusivamente in una fascia di terreno larga 15 chilometri, detta la “cintura dell’incenso”, ricca di depositi calcarei e con una particolare composizione minerale.
Al di sotto della corteccia è presente un liquido bianco, colloso e lattiginoso che, dopo l’incisione del tronco, fuoriesce e solidifica. Viene in questo modo raspato via con un raschietto, fornendo la preziosa materia prima da cui proviene l’essenza.
Esistono all’incirca 25 varietà di Boswellia, le cui resine si distinguono per le differenti note aromatiche. L’incenso migliore ha note raffinate balsamiche di limoncino e dona una sensazione di benessere e leggerezza.
Grazie alla sua nota azione battericida  purifica l’ambiente, distende i nervi e suscita gradevoli sensazioni di calore e sollievo.
(da “Incensi e profumi” di Susanne Fischer-Rizzi)
A tale scopo si possono utilizzare i grani di resina pura, facendo bene attenzione che si tratti di vero incenso e non sottoprodotti che spesso circolano in commercio, mettendone una piccola quantità su di un carboncino. Servendovi di una piuma, ventilate il carboncino in modo che si accenda interamente, poi distribuitevi sopra le sostanze aromatiche.
Se preferite, potete utilizzare l’olio essenziale di incenso mettendone alcune gocce nell’apposita lampada per aromi. Potete aggiungere anche essenze di agrumi che si combinano magnificamente con questa resina.
L’essenza ha molte proprietà che ho già citato e tra queste non và dimenticata l’interessante azione antirughe: io amo metterne poche gocce nel vasetto di crema abituale, ma si può aggiungere anche a un olio per massaggi o allo shampoo che avrà un effetto purificante sul cuoio capelluto.
A mio parere si tratta di un’essenza tra le più affascinanti: quando creo le mie fragranze, l’aggiunta dell’incenso conferisce sempre una nota di misteriosa eleganza al risultato finale. Anche nell’era moderna continua ad essere una materia prima insostituibile per l’alone di maestosità che porta con sè.